UVA E LE SUE TANTE PROPRIETÀ. MA SI PUÒ MANGIARE A DIETA?

uva

Uva, zuccherina si ma anche potente antiossidante. E allora si può mangiare a dieta? Meglio la bianca o la nera?

Inizia a comparire già in Agosto ma è a Settembre e nei mesi autunnali che da il meglio di sé. Si tratta dell’uva, questo dolcissimo frutto che, come fichi e cachi, mette un po’ timore specie a chi sta cercando di perdere peso visto il suo alto (così dicono) contenuto di zucchero. In realtà però, come riporto anche nel mio libro la dieta delle stagioni (bur)  anche l’uva è uno di quei frutti che non devono essere demonizzati. Ovviamente nelle giuste dosi e con i giusti abbinamenti non solo si può mangiare, ma è anche ricchissima di proprietà. Altro discorso per l’uvetta. Ma andiamo per gradi e conosciamola meglio.

Uve a confronto

Innanzi tutto, prima di rispondere alla domanda “l’uva si può mangiare?” occorre mettere a confronto i valori nutrizionali delle due principali varietà d’uva: la bianca e la nera. In base ai dati CREA 2019 infatti (le tabelle ufficiali riportanti i valori nutrizionali degli alimenti e le uniche alle quali occorre fare affidamento) risulta che:

uva bianca e uva nera a confronto

Salta subito all’occhio che tra le due, è l‘uva bianca ad essere molto più zuccherina e quindi sarà questa a dover esser consumata con maggiore attenzione specie in caso di diabete o se si stanno seguendo regimi dimagranti. Si può stare più tranquilli invece con quella nera che, zuccherina si, ma in fondo non più delle renette, che apportano 11 g di zucchero per 100 g.

Dal punto di vista di vitamine e minerali entrambe le tipologie sono ricche in vitamina C e vitamina A che non solo sono entrambe importanti antiossidanti, ma sono anche coinvolte nel rafforzare le difese immunitarie. 

Quando ai minerali troviamo potassio, importante per il controllo della pressione sanguigna, l’equilibrio idro salino, trasmissione degli impulsi nervosi e contrazione muscolare (non a caso fondamentale per gli sportivi), e rame, minerale anche questo ad azione antiossidante. Da non sottovalutare poi nemmeno l’apporto di calcio.

L’uva poi contiene anche triptofano, specie nella forma essiccata, aminoacido importante in autunno in quanto favorisce la sintesi della serotonina, ormone del benessere il cui calo in autunno è causa di quella chiamata melanconia d’autunno.

Le due uve apportano fibra e che può aiutare in caso di stipsi e, grazie alla quercetina, sono antinfiammatorie.

Uva e resveratrolo, potente antiossidante

Ma l’uva è soprattutto una delle principali fonti naturali di resveratrolo, presente soprattutto nell’uva nera. Questa sostanza svolge molteplici funzioni benefiche per il nostro organismo:

  • antinfiammatoria
  • protettiva del sistema cardiovascolare
  • neuroprotettivo
  • immunostimolante
  • ipocolesterolemizzante

ma soprattutto antiossidante, andando così a potenziare gli effetti delle già citate Vitamina A e C.

Quindi uva si o no?

Uva certo che si, magari preferendo quella nera, controllando le porzioni (150 g la porzione media) e magari assumendola insieme a una fonte di proteine e/o grassi, come uno yogurt o della frutta secca in guscio al fine di ridurne l’impatto glicemico. No invece a chi soffre di diverticoli, a meno di eliminarne completamente i semi.

E l’uvetta? 

L’ uvetta (o uva passa) è costituita da chicchi d’uva essiccati e senza semi. Poiché l’uvetta deriva dalla disidratazione dell’uva sultanina, concentra tutti i benefici, dell’uva da cui deriva. E quindi gode di proprietà lassative, contribuisce al benessere di ossa e muscoli poiché ricca di calcio, risulta ricchissima di antiossidanti (polifenoli, catechine, resveratrolo) con tutti i benefici che ormai conosciamo. Al tempo stesso però è molto più calorica e ricca di zuccheri dell’uva Sultanina per il fatto che, eliminando l’acqua, gli zuccheri vengono concentrati. Ecco che può essere usata dagli sportivi (che così possono beneficiare anche del suo contenuto in potassio) ed è un buon ingrediente per la preparazione di dolci ai quai conferisce naturale dolcezza consentendo di ridurre (se non eliminare) lo zucchero.

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